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Esperienza in ostello a Londra!

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Non tutti sanno che, ancora oggi, l’ostello rappresenta uno dei simboli più autentici di Londra, una città che ha sempre saputo accogliere viaggiatori da ogni parte del mondo offrendo soluzioni pratiche, economiche e – spesso – davvero sorprendenti. Nel mio viaggio nel Regno Unito ho voluto proprio immergermi in questa atmosfera scegliendo di pernottare in un ostello nella zona di Elephant & Castle, una delle più vivaci e multiculturali di Londra.

La struttura che ho scelto aveva una storia particolare: un’ex scuola trasformata in dormitorio, e già questo dettaglio aggiungeva un tocco di originalità e fascino all’esperienza. Al contrario di quanto spesso si pensa, non ho trovato un ambiente squallido o trascurato, ma anzi una reception accogliente e operativa 24 ore su 24, tantissime aree comuni perfette per socializzare, giocare, rilassarsi o prendere un caffè nella caffetteria interna.

 

Le camerate si distribuiscono su vari piani, con soluzioni diverse a seconda delle esigenze: stanze più grandi o più piccole, con più o meno letti, tutte pensate per offrire il massimo della flessibilità. I bagni, come spesso succede negli ostelli, sono esterni alle stanze ma sempre puliti e facilmente accessibili. Appena arrivato mi è stato assegnato un posto letto in dormitorio, insieme alle lenzuola per preparare il letto da solo – un piccolo gesto che, a mio avviso, ti fa subito sentire parte della “comunità” dell’ostello.

 

L’esperienza, nel complesso, è stata estremamente positiva: ho trovato una pulizia impeccabile sia nelle camere che nei bagni e negli spazi comuni, e soprattutto ho avuto l’opportunità di conoscere persone provenienti da ogni parte del mondo. Nell’ostello di Londra si incrociano storie e destini di studenti, medici, turisti, lavoratori in trasferta, giovani avventurieri e viaggiatori solitari – ognuno con la propria storia, i propri sogni e quella voglia di scoprire e condividere che rende magico il viaggio.

 

Contrariamente al pregiudizio diffuso, l’ostello non è affatto un “posto per poveri”, ma piuttosto una scelta di chi ama il viaggio autentico, il contatto con le persone e la possibilità di sentirsi parte di una vera e propria comunità internazionale. Un altro aspetto che mi ha sorpreso in positivo è stata la sicurezza: è consuetudine lasciare i propri effetti personali – anche di valore – accanto al proprio letto o nelle aree comuni, senza che si verifichino furti o disagi.
In sintesi, la mia esperienza in ostello a Londra mi ha lasciato dentro una grande voglia di replicare, perché vivere la città in questo modo significa davvero aprirsi al mondo e portare a casa storie, amicizie e ricordi che difficilmente si possono trovare altrove.

 

Ti invito a leggere il mio articolo completo sul viaggio a Londra!

Not everyone knows that, even today, the hostel is one of London’s most authentic symbols—a city that has always welcomed travelers from all over the world with practical, affordable, and often truly surprising accommodation options. On my trip to the UK, I wanted to fully dive into this atmosphere by choosing to stay in a hostel in the Elephant & Castle area, one of London’s liveliest and most multicultural neighborhoods.
The place I chose had a unique story: a former school converted into a hostel, which gave the whole experience a touch of originality and charm. Contrary to what many people might expect, I didn’t find a run-down or shabby environment, but instead a warm, 24-hour reception, plenty of communal areas perfect for socializing, relaxing, playing games, or just grabbing a coffee in the hostel’s café.

The dorms were spread across several floors, with different room types to suit every need: larger or smaller rooms, with more or fewer beds, all designed to offer flexibility and comfort. The bathrooms, as is common in hostels, were located outside the rooms but were always clean and easily accessible. Upon arrival, I was given a bed in a shared dorm and a set of sheets to make my bed myself—a small gesture that, to me, immediately made me feel like part of the hostel “community”.

Overall, my experience was extremely positive: I found everything spotlessly clean—both the rooms and the bathrooms, as well as the communal spaces—and, most importantly, I had the chance to meet people from all over the world. In a London hostel, you cross paths with students, doctors, tourists, professionals on business trips, young adventurers, and solo travelers—each with their own story, their own dreams, and a shared curiosity that makes travel so special.

Contrary to popular belief, the hostel isn’t a “place for the poor,” but rather a choice for those who love authentic travel, connecting with people, and the chance to feel part of a real international community. Another thing that positively surprised me was the safety: it’s quite normal to leave your belongings—even valuables—next to your bed or in communal areas, and theft or trouble is practically unheard of.
In short, my London hostel experience left me wanting to do it again, because living the city this way truly means opening yourself up to the world, bringing home stories, friendships, and memories you just can’t get anywhere else.

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