Gabry Giacopino Official© 2025 (YouTube Channel, author & TravelBlog) info@gabrielegiacopinoofficial.it
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Se cerchi un testo pieno di buonismo e frasi fatte, chiudi subito questa scheda... se invece hai il coraggio di affrontare temi scomodi, ribaltare certezze e leggere parole che nessuno osa dire ad alta voce allora sei nel posto giusto.
“Il diario delle cose NON dette" è un mix esplosivo di racconti, pensieri e poesie che sfidano la mentalità comune senza paura di toccare argomenti tabù.
Politica, amore, sesso, religione, libertà, lavoro, società e ipocrisia: niente viene risparmiato, niente viene addolcito.
Leggerai di amori tossici e ideali infranti, di verità nascoste sotto il tappeto e bugie trasformate in dogmi; ti porterò tra le contraddizioni della nostra epoca, tra esperienze e pensieri discutibili e realtà che nessuno vuole affrontare davvero.
Non troverai risposte preconfezionate o pensieri politicamente corretti ma solo riflessioni crude e dirette, potrai essere d’accordo o meno, ma una cosa è certa: questo libro ti farà pensare.
Se vuoi mettere in discussione tutto ciò che credi di sapere abbandonando la tua zona di comfort, allora sei nel posto giusto, apri questo testo e preparati per un viaggio senza filtri.
This book is not for everyone...
If you are looking for a text full of do-gooders and clichés, close this card right away... if instead you have the courage to face uncomfortable topics, overturn certainties and read words that no one dares to say out loud then you are in the right place.
"The diary of things NOT said" is an explosive mix of stories, thoughts and poems that challenge the common mentality without fear of touching on taboo topics.
Politics, love, sex, religion, freedom, work, society and hypocrisy: nothing is spared, nothing is sweetened.
You will read about toxic loves and broken ideals, truths hidden under the carpet and lies turned into dogmas; I will take you through the contradictions of our time, between questionable experiences and thoughts and realities that no one really wants to face.
You won't find prepackaged answers or politically correct thoughts but only raw and direct reflections, you may agree or disagree, but one thing is certain: this book will make you think.
If you want to question everything you think you know by leaving your comfort zone, then you are in the right place, open this text and prepare for a journey without filters.
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L’arte di non essere artista (racconto)
“non sono un poeta, non sono un’artista, non ne sono capace”, continua pure a ripetertelo e non riuscirai mai a stimolare la tua creatività e soprattutto il tuo cuore.
La realtà è che siamo tutti artisti infondo all’anima; siamo però sommersi di pensieri e costruzioni sociali e dimentichiamo il nostro ruolo di esseri ultraterreni con un grande cuore, esseri capaci di esprimere gioia e amore oltre che odio e rancore, siamo esseri di luce e non siamo destinati al dolore.
Nei momenti bui e tristi non cercare conforto in alcol e droghe, chiedi piuttosto al tuo Io interiore la forza di superare la tempesta, perché dopo c’è sempre il sole.
Ho iniziato a scrivere poesie in momenti di sconforto e ho provato forti emozioni in momenti ambiguamente etici, ogni testo che seguirà è una parte della mia anima e vivrà per sempre nel cuore dei lettori, andrò controcorrente ma come disse il mio amico Rino Gaetano: “…se mai qualcuno capirà, sarà senz’altro un altro come me, ma come fare non so…”.
È difficile nella società odierna esprimere i propri pensieri, soprattutto quando essi vanno contro la dottrina del politicamente corretto; ma tutto ciò non vale per me!
Per me è semplicissimo perché me ne fotto di tutti questi canoni; è vero, magari ho perso un “amore” per questo e anche dei possibili “amici” nonché diverse opportunità di carriera lavorativa, ma almeno SONO UN UOMO LIBERO.
Manuale dell'animatore "ribelle" (racconto)
Mi misi in contatto con un’altra agenzia e dopo un breve colloquio telefonico fui assunto; “devi presentarti tra due giorni in Sardegna”, mi dissero.
Non avevo alcuna voglia di spaccarmi la schiena, volevo solo divertirmi e lo avevo già detto esplicitamente durante il colloquio di lavoro, adesso dovevo solo comunicarlo al capo animatore una volta arrivato in loco.
Giunto in quel di Tortolì mi trovai in un piccolo camping village; ricordo che era curato in ogni dettaglio, con accesso diretto alla spiaggia, una splendida piscina e un’ampia varietà di luoghi da esplorare, un’incantevole oasi di pace immersa nella natura selvaggia.
Eravamo solo cinque animatori incluso il capo animatore e fui accolto abbastanza bene da tutti i miei nuovi colleghi, mi resi però conto che le cose da fare erano davvero tante tra spettacoli da preparare e intrattenimento con gli ospiti durante le ore diurne, insomma poco tempo libero e tanta fatica.
Ho sempre amato socializzare, ridere e scherzare e infatti ben presto mi trovai a interloquire in modo abbastanza colorito con un gruppo di ospiti palesemente brilli, ci stavamo davvero divertendo e io sfottevo uno di loro che si era chiaramente dato troppo all’alcol, i presenti si unirono a me con grande foga.
Fu cosi che dopo poche ore dal mio arrivo avevo già infranto due o tre regole considerate “fondamentali” e infatti fui subito rimproverato; si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera.
Le giornate erano veloci e frenetiche e non esagero nel dire che ero l’animatore preferito della stragrande maggioranza degli ospiti; tutto bene direte voi, giusto? Il nostro capoanimatore era molto bravo ma era anche molto severo, inoltre vi erano davvero troppe regole da “rispettare”.
Non bere alcolici con gli ospiti, sii puntuale, sii cortese, non andare in giro per il villaggio a petto nudo, e soprattutto… non “prendersi troppo di confidenza” con gli ospiti; “che disdetta”, pensai, “erano tutte le cose che volevo fare”, inoltre non sono per niente avvezzo al rispetto delle regole ma l’occasione fa l’uomo ladro e non si può tradire la propria natura…
Da li a breve, infatti, mi prefissai un traguardo: infrangerò tutte le direttive che mi erano state dettate.
Così feci, e giorno dopo giorno, mentre organizzavo tornei sportivi e mi esibivo negli spettacoli serali, intraprendevo attività “varie ed eventuali” al fine di realizzare il mio anarchico obiettivo nel minor tempo possibile.
Il “benestare” degli ospiti della struttura fu di fondamentale importanza, erano ben consapevoli che quasi tutto ciò che facevo era contro il regolamento, visto però che il capo animatore era mal tollerato (forse perché troppo “rigido”) mi aiutavano volentieri coprendomi più e più volte durante tutta la stagione estiva sia con il team di animazione che con il proprietario del villaggio; quest’ultimo però non aveva alcuna voglia di farsi fregare da me e quindi prese delle “precauzioni”.
Non andò sempre tutto liscio; uno dei nostri antagonisti è il metronotte, il suo compito era quello di assicurarsi che nelle ore notturne fosse tutto tranquillo, nonostante ciò vi erano tanti schiamazzi ed io, come sempre, ero partecipe a tali attività ludiche extralavorative.
Il povero metronotte non faceva altro che andare su e giù alla ricerca dei colpevoli, ricordo bene che quando iniziavamo ad intravedere la luce smettevamo di parlare, lui quindi passava oltre, il più delle volte dopo aver lanciato qualche occhiataccia.
Una sera però lo scaltro metronotte arrivò da dietro con la luce spenta; ci aveva finalmente sgamato e ci rimproverò con grande vemenza, a dirla tutta aveva un volto parecchio soddisfatto per aver finalmente acciuffato la “banda dei disturbatori notturni” del villaggio.
Il problema però era più mio che dei miei “compagni di merende” in quanto io ero un lavoratore della struttura, i miei amici provarono parlare a mio favore: “stava passando di qui per caso”, “non era con noi”.
Nessuno si bevve questa storia e di conseguenza mi fu impedito di muovermi nelle ore notturne per l’intera struttura; missione fallita? avevo ancora tante “cose” da fare…
Dopo qualche giorno trovai un tracciato buio che costeggiava il villaggio, tramite tale sentiero era possibile raggiungere la spiaggia ed alcuni punti “strategici” come il bar centrale e la piscina, inoltre tale viottolo non era sorvegliato in quanto non di competenza della struttura; continuai quindi indisturbato a fare tutte le mie “cose” per il resto della stagione senza alcun tipo di problema.
Il nostro amico metronotte restò quindi “a bocca asciutta”, mentre io “mi bagnai il becco”.
La stagione turistica era ormai finita e la mia missione era ora compiuta, non mi restava che salutare la Sardegna e tornare a casa nella mia Sicilia, con tanti segreti da non raccontare in giro e qualche centinaio di euro in tasca....
Prima pubblicazione/First publication:
03 Marzo/March 2025 (ITA)
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